Cedola fissa, variabile e zero coupons – ovvero come rimborsare il finanziamento

Un minibond, come qualunque altra forma di finanziamento, prevede il rimborso da parte dell’emittente del capitale preso a prestito e degli interessi maturati sulle somme ricevute.

La modalità di pagamento di queste somme possono essere a cedola fissa (pagamenti di importi costanti) o a cedola variabile (pagamenti che differiscono in funzione di diverse variabili).

Ma se le somme che vengono pagate sono ad esempio costanti (cedola fissa), non necessariamente il tasso di interesse del finanziamento è fisso, potendo essere definite cedole di pagamento variabili anche in presenza di un tasso di remunerazione fisso. Se la logica può apparire contorta la spiegazione può essere semplice. L’emittente potrebbe ad esempio fissare il valore della remunerazione del finanziamento (tasso di interesse) e pre-calcolare quindi il valore degli interessi da pagare ma poi legare il pagamento delle somme maturate ad altre variabili temporali (es valori crescenti dei pagamenti o unica soluzione).

Un caso particolare, ma sempre più diffuso è il cd Zero Coupon, in base a questo metodo l’emittente rimborsa il prestito e paga i relativi interessi in unica soluzione.

L’emittente quindi in sede di definizione del minibond oltre a definire il tasso fisso o variabile con cui remunerare il prestito, può scegliere anche le modalità temporali con cui rimborserà il prestito. Potrebbe ad esempio prevedere, per un periodo iniziale nel quale le risorse finanziarie ottenute ed investite non hanno ancora dato il loro frutto, di pagare solo le quote interessi e rimandare ad un rimborso in unica soluzione tra alcuni anni del capitale in funzione dei flussi di cassa attesi dal’investimento effettuato.

Come per la scelta del tasso occorrerà, insieme al proprio advisor, capire la possibile risposta del mercato alla soluzione offerta prima di procedere con l’emissione.